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TEMPO DI EROI ?
Stagione di prosa 2023/2024



venerdì 24 novembre
GIORGIO SCARAMUZZINO

MIA
MASCHI VIOLENTI, DONNE VIOLATE


spettacolo inaugurale della stagione

ingresso gratuito


Dopo avere affrontato temi come la lotta alla mafia, le migrazioni, il razzismo, Giorgio Scaramuzzino porta avanti il suo personale percorso di teatro civile: il nuovo capitolo del “progetto Urgenze” affronta il femminicidio e più in generale la violenza sulle donne. Nello spettacolo Mia si incontreranno personaggi, fatti di cronaca, condizioni mentali, retaggi culturali, distorsioni della società. Basta guardare i telegiornali: 1 vittima ogni 15 minuti, 88 al giorno. Per un italiano su quattro la violenza sessuale sarebbe da imputarsi al modo di vestire delle donne, e solo il 40% dichiarerebbe che una donna può sottrarsi a un rapporto sessuale se non lo desidera. Sul palco macigni a simboleggiare il peso di certe parole. Un tentativo di indagine sulla cultura malata nascosta dietro tanti casi, sui troppi pregiudizi radicati a partire dal "decalogo della buona moglie" fino al concetto di possesso. “Mia moglie, mia sorella, la mia ragazza…” E’ fondamentale combattere gli stereotipi di genere, affinchè la parola 'mia' possa indicare un vincolo affettivo e non di possesso. La rappresentazione teatrale è a tratti un viaggio nella musica, in particolare quella ascoltata dai giovanissimi. “.. ti sbatto contro il muro, ti tolgo il fondotinta con la forza dei miei schiaffi…” .

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venerdì 15 dicembre
MARIA GIULIA CAMPIOLI e
ELISA LOLLI

DONNE IN CERCA DI RISO

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Dalle pagine più o meno note di autrici, poetesse, cabarettiste, uno spaccato sulle donne di oggi e di ieri: in famiglia, al lavoro, nel tempo libero. Davanti agli occhi dello spettatore appaiono in una girandola di sketch le mondine del dopoguerra, le lavoratrici interinali dei call center, le casalinghe annoiate e le madri a tempo pieno. Il tutto senza dimenticare l’altra metà del cielo, che tanto affolla i pensieri del gentil sesso. L’universo femminile si cala qui in una dimensione “leggera” ed ironica e la ricerca tormentata di un’identità diventa voglia di vivere. E ridere. Il riso si trasforma così, da cibo per il corpo a cibo per l’anima. Lo spettacolo è accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo di Marco Santerello, preziose ricette di piatti tipici (ovviamente a base di riso) e da canzoni che tutti (anzi, tutte) noi abbiamo cantato almeno una volta lungo le strade delle vacanze.

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venerdì 19 gennaio
GIACOMO DIMASE

SPAIDERMEN



Spaidermen spettacolo di narrazione “partecipata” parla di una storia vera intermezzata da interventi comici onirici alla Alice nel paese delle meraviglie, attingendo alla drammaturgia inglese di Harries, Kelly, Crimp e altri geni dell’ironia. Parla del Giacomo bambino triste senza perdere la conquistata frizzante “Giacomosità” del Giacomo adulto. Parla di cattivi che sono anche buoni e di buoni che sono anche sempre un po’ cattivi, perché un racconto con chiaroscuri e grigi è molto più efficace di uno con severe prese di posizione. Essenziale in Spaidermen è l’ironia ed il rapporto col pubblico, senza finta quarta parete ma sempre diretto. Spaidermen è scritto per tutti gli invisibili, per tutti coloro che si ritroveranno a piangere alla fine, mentre stanno ancora ridendo delle battute precedenti. Spaidermen è amore e speranza per un futuro migliore, ma consapevole della realtà. Spaidermen è lo spettacolo di cui, in quel passato da bimbo sputato, avrei avuto tanto bisogno. È per tutti quelli come me, per quelli contro di me, per quelli cui non gliene frega di me, per tutti.

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venerdì 2 febbraio
ANDREA LUPO

IL CIRCO CAPOVOLTO.


Due storie parallele ma strettamente intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno Nap’apò, due generazioni di rom in questa Europa in cui le etnie nomadi hanno vissuto e vivono ancora vite separate, vite “a parte”. Una generazione è finita nei campi di concentramento, la successiva nei campi rom alle periferie delle grandi città. Branko Hrabal in fuga dall’Ungheria si rifugia in un campo rom in Italia. Porta con sé dieci scatoloni contenenti quel che rimane del famoso circo ereditato da suo nonno. Circo che ha dovuto bruscamente interrompere la sua attività durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti ne hanno prima rinchiuso e poi sterminato tutti gli artisti. Branko non sa che farsene di questa eredità pesante ed ingombrante. Ma nel campo trova un gruppo di bambini curiosi che lo obbligano a raccontare la storia di quel circo, che è la storia della sua famiglia e che è in sintesi la storia dell’Europa da cui tutti discendiamo. Branko si trova così a ripercorrere l’epopea della propria famiglia, dalla gioia, dall’incantamento e dallo stupore che il circo di suo nonno sapeva portare in giro per tutta Europa, fino alla fuga, alla deportazione, alla reclusione e allo sterminio.

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venerdì 23 febbraio
LUCA RADAELLI

IN CAPO AL MONDO
in viaggio con Walter Bonatti



Racconterò l’epoca degli alpinisti pionieri, priva di grandi sponsor e di grandi mezzi tecnologici. Racconterò le grandi scalate del Dru, del Cervino, del Gasherbrum IV, i successi internazionali così come le sconfitte: la tragedia del Monte Bianco e quella sfiorata del K2. Il passaggio dall’esplorazione in verticale a quella in orizzontale, nel vasto mondo. La celebrità, l’amore, la morte. Dietro Walter Bonatti non ci sono solo le leggendarie imprese alpinistiche o le celebri esplorazioni condotte per Epoca, dietro Bonatti c’è una filosofia di vita. C’è la volontà di arrivare alla meta senza compromessi, in un confronto leale con la Natura. C’è la curiosità, la voglia di conoscere, quella che condusse Ulisse oltre le colonne d’Ercole. C’è l’umiltà di confrontarsi con culture diverse dalla nostra, magari da noi considerate arretrate e invece più sagge perché in armonia con gli elementi naturali. C’è un grande senso della giustizia, quello che portò Bonatti a lottare per cinquant’anni, ostinatamente, per ristabilire la verità sulla spedizione del K2. Perché sono gli uomini a incrinare l’armonia del mondo, con le invidie, le falsità, gli opportunismi. L’ideale di Bonatti è invece un ideale di purezza. Così, ripercorrendo la vita di un uomo, noi compiamo una riflessione sulla vita di ogni uomo.

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venerdì 1 marzo
LAURA NARDINOCCHI e
NICCOLO' MATCOVICH

ARTURO.



Arturo affronta in modo sobrio e composto il dolore per la morte del padre senza mai scadere nella retorica e riunendo in un’emozione autentica le nuove generazioni e il pubblico adulto. Lo spettacolo ci invita a riflettere sulla figura del padre e a confrontarci col tema della morte, spesso tabù sulla scena e nella vita. Utilizzando un interessante dispositivo drammaturgico, lo spettacolo si modula diversamente grazie all’interazione con gli spettatori e chiede ogni volta ai due interpreti di rendere unica e irripetibile la loro performance. Un teatro di verità che, grazie all’autenticità dei due protagonisti, rende incerto il confine della rappresentazione. Arturo non è uno spettacolo, bensì un accadimento, un incontro. È nato durante un viaggio in Puglia, d’estate, in un pessimo ristorante. Qui Niccolò ha manifestato a Laura il desiderio di costruire insieme un lavoro che avesse come tema il rapporto con i propri padri, con la perdita dei propri padri e che fossero proprio lui e Laura in scena, pur essendo autori e non attori. Arturo è così diventato la forma della loro memoria, in cui i racconti, i giochi, le date, gli aneddoti, le parole si sono trasformati in pezzi, per la precisione dodici, di un grande puzzle

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giovedì 28 marzo
CLAUDIO CASADIO
Premio Nazionale Franco Enriquez 2023
come ‘migliore attore’

L'ORESTE



L'Oreste è internato nel manicomio dell'Osservanza a Imola. È stato abbandonato quando era bambino, e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perchè, semplicemente, in Italia, un tempo andava così. Dopo trent'anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Non ha avuto fortuna l'Oreste, e nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi. Eppure, l'Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un "festival per matti" nel manicomio di Maggiano a Lucca), parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con la sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l'Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l'Ermes non esista. A prima vista l'Oreste può sembrare un monologo, dato che in scena c'è un solo attore in carne e ossa. Ma quel che attende lo spettatore è ben altro: grazie alla mano di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani, lo spettacolo funziona con l'interazione continua tra teatro e fumetto animato: l'Oreste riceve costantemente visita dai suoi fantasmi, dalle visioni dei mondi disperati che coltiva dentro di sé, oltre che da medici e infermieri.

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- costo abbonamenti a 6 spettacoli: - intero € 60,00 - ridotto € 45,00
- costo biglietti 1 spettacolo: - intero € 12,00 - ridotto € 9,00

RIDUZIONI: under 21 anni e over 65 anni, persone con handicap ed invalidi civili, insegnanti, militari, forze di polizia, studenti universitari, lavoratori in cassa integrazione, iscritti SPI-CGIL, tesserati PRO LOCO.

- tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00
(apertura biglietteria ore 20.00)